Zecca clandestina di monete da due euro. Al via gli interrogatori degli arrestati e si andrà avanti anche domani.
Si procede con la videoconferenza, sperimentata in questi giorni di emergenza sanitaria per interrogare le persone arrestate, strumento utilizzato anche oggi nella prima giornata dedicata a sentire gli indagati finiti in cella dopo l’operazione dei carabinieri della compagnia di Cantù.
I sedici arrestati, di cui 15 in carcere, si trovano in strutture penitenziarie diverse: al Bassone, a Lecco, ma anche a Monza, Busto Arsizio e Bergamo. La videoconferenza ha permesso di evitare l’eventuale rogatoria, rispettando anche le disposizioni sanitarie per tentare di contenere la diffusione del Coronavirus.
Oggi sono stati sentiti, dal giudice Carlo Cecchetti, i primi 8 detenuti, domani toccherà ad altri sette mentre dopodomani verrà interrogato l’ultimo colpito dall’ordinanza, l’unico a finire ai domiciliari.
L’attività legata alla zecca, che vendeva poi a clienti che ben sapevano della falsità delle monete ma che le acquistavano al 30% del prezzo nominale (per poi, evidentemente, immetterle sul mercato), era legata anche ad un notevole giro di spaccio di cocaina.
L’indagine dei carabinieri del Nucleo operativo radiomobile di Cantù era partita dall’arresto, il 30 agosto scorso a Cermenate, di un uomo fermato con 426 grammi di cocaina e oltre 4.200 monete false da 2 euro.