Niente è paragonabile all’emergenza sanitaria creata dal Coronavirus. Ma certo è che a Campione d’Italia, in questi ultimi anni, sembra sempre «piovere sul bagnato. Prima la chiusura della casa da gioco che ha indebolito fin quasi allo stremo la comunità. Poi le recenti difficoltà quotidiane dopo l’entrata in vigore della direttiva dell’Unione europea e adesso la gran paura del contagio. L’allerta sanitaria rappresenta il problema in assoluto più grave da dover affrontare e gestire ma qui a Campione ormai la vita è sempre più difficile». Le parole sono di Giorgio Zanzi, commissario prefettizio alla guida del comune ormai da più di due anni. Il suo incarico scadrà con le nuove elezioni amministrative in primavera, «ammesso che si facciano visto l’evolversi della situazione e considerando anche il fatto che è già stato annullato il referendum del 29 marzo», spiega il commissario che in ogni caso è pronto ad andare avanti affrontando anche questo nuovo problema.
«Ad oggi la triste conta dei pazienti ha risparmiato Campione d’Italia. Non ci sono infatti casi accertati – spiega Zanzi – E già questo è un dato positivo. Ma la reale difficoltà di Campione è innanzitutto quella di riuscire a bilanciare le disposizioni italiane alle quali è soggetto il territorio e quelle della Svizzera che per i campionesi è una realtà con la quale hanno a che fare ogni giorno». Ecco allora che subito spuntano potenziali problemi. Ad esempio quello delle scuole: gli istituti esistenti a Campione (medie e elementari), sono ovviamente stati chiusi. Ma gli studenti che frequentano le scuole in Svizzera, e sono diversi, continuano ad andare ogni mattina in classe. Un potenziale rischio dunque sia in uscita che in entrata nel comune. Così come il tema dell’approvvigionamento del cibo. Se a Como e in altri comuni sono state avviate forme di consegna gratuita della spesa a domicilio, a Campione tutto ciò non esiste, sia perché non sono attivi simili servizi sia perché non ci sono negozi. Ecco allora che ovviamente i campionesi vanno «in Italia a fare acquisti. Nei supermercati comaschi, ad esempio, compresi gli over 65 che rappresentano la categoria più a rischio in questo delicato momento». Un ultimo fronte aperto riguarda i bar e i ristoranti aperti in Ticino, che potenzialmente possono aver attirato anche cittadini di Campione. «La situazione è dunque molto complicata – conclude Zanzi – con la necessità di bilanciare queste due realtà».