Confcommercio contro le limitazioni messe in atto in via precauzionale per contrastare il coronavirus. Dopo il primo giorno di applicazione dell’Ordinanza, nei pubblici esercizi la confusione stenta a diminuire nonostante le indicazioni regionali.
“L’ordinanza presenta assurde indicazioni in particolare non si capisce perché i bar devono chiudere alle 18.00 e, inoltre, non vi sono chiarimenti in ordine al concetto di intrattenimento”. Secondo Confcommercio Como sarebbe più opportuno dare una serie di indicazioni chiare di come va gestito, all’interno del locale, l’afflusso di clientela.
“Stiamo predisponendo con la Fipe nazionale delle indicazioni dettate soprattutto dal buon senso per far sì che non vi siano assembramenti all’interno dei locali” dichiara Mauro Elli, Vice Presidente di Fipe Como.
Confcommercio Como sta anche predisponendo un’istanza al Prefetto perché abbia a modificare, ove possibile, l’ordinanza quanto meno a livello locale e provinciale.
“Non nascondiamoci che sabato per gli ambrosiani è previsto il carnevale e molti ristoranti festeggiano questa data” dice Giovanni Ciceri, presidente Confcommercio Como. “A costo di essere impopolari bisogna però anche avere il coraggio di non condannarci all’isolamento o farci travolgere dal panico e dalla paura avendo la volontà di uscire, di incontrarsi ma facendolo ovviamente rispettando poche e saggie norme che anche le nostre nonne ci davano, dettate dal buon senso: evitare gli assembramenti, non tenere i tavoli particolarmente vicini, provvedere alla pulizia e all’igiene dei bagni numerose volte durante il servizio, dare indicazioni ai propri dipendenti alla massima attenzione all’igiene personale utilizzando anche disinfettanti”.
“Siamo al massimo del ridicolo – prosegue Confcommercio Como – dove le pasticcerie che fanno servizio al tavolo dovrebbero chiudere alle 18.00 o sospendere la somministrazione di cibo e bevande facendo però proseguire la vendita dei propri prodotti.