Una giungla di automobili, posteggiate ovunque. Sui passaggi pedonali, sul marciapiede, nel mezzo di un incrocio o in strada.
Le scuse sono sempre le stesse: “Resto qui solo cinque minuti, il tempo di caricare mio figlio”. O ancora: “Ero in ritardo e non sapevo dove posteggiare”.
Un copione sempre uguale, che serve banalmente a giustificare pigrizia o scarso senso civico.
Como, via Gramsci: all’esterno della scuola media Parini, all’ora di pranzo, si assiste a uno spettacolo indecoroso.
La strada è stretta. I genitori degli studenti si ammassano all’uscita con auto di ogni taglia in divieto di sosta. Bastano pochi minuti ed è il caos: le code arrivano fino in via Italia Libera.
Il problema era già stato sollevato a ottobre, ma non è cambiato nulla. “Sono solo pochi minuti” replicano, facendo spallucce, i genitori in divieto di sosta. Ignorando, forse, che a pochi metri di distanza c’è una sede della Croce Rossa dalla quale partono le ambulanze. E se la strada è bloccata e incolonnata, le ambulanze devono cambiare percorso. Solamente gli addetti ai lavori conoscono l’importanza del tempismo in un’emergenza. I “pochi minuti”, ma anche i pochi secondi, possono salvare una vita.
“Questi genitori, che troppo facilmente lasciano l’auto in divieto, dovrebbero farsi una semplice domanda: e se succedesse a me? Se avessi io bisogno di aiuto in pochi minuti? Sarebbe sufficiente questo atteggiamento per dare il buon esempio – commenta Elena Negretti, assessore a Polizia Locale e Sicurezza di Como – Noi possiamo chiedere alla polizia locale di prestare attenzione alla zona. Ma per ogni turno abbiamo due pattuglie: se una sta rilevando un incidente, e un’altra sta presidiando un incrocio stradale per l’uscita di bambini da una scuola, le risorse sono finite.
Non abbiamo certo un esercito di agenti – conclude l’assessore – quindi, ancora una volta, mi appello alla responsabilità e al senso civico dei cittadini”.