L’ultimo collaboratore, un addetto alla manutenzione, è senza lavoro da ieri, lasciato a casa a zero ore. La vasca è vuota. I lavori di riparazione dell’ormai tristemente nota perdita della piscina sono fermi da tempo, ufficialmente in attesa di un collettore ordinato oltre dieci giorni fa che risulta sempre “prossimo alla consegna” ma di fatto a Como non arriva mai. La convenzione con la Federazione Nuoto è in un cassetto da settimane in attesa di una firma che non sarà mai apposta, almeno non senza le necessarie garanzie sui lavori bloccati.
Non potrebbe essere più nera la fotografia della situazione della piscina di Muggiò, chiusa dal luglio scorso senza che sia possibile ipotizzare una data di riapertura. Ieri si è svolto l’ennesimo incontro tra Comune di Como, società sportive e Federnuoto. Nella seduta del consiglio comunale, i consiglieri hanno chiesto ancora una volta conto della situazione. L’assessore allo Sport Marco Galli ha riferito della riunione. “Ci siamo lasciati dopo il vertice promettendoci un nuovo incontro a breve per definire la situazione”. Parole che lasciano ben poco spazio all’ottimismo e non fanno intravedere spiragli per la riapertura dell’impianto.
In piscina a Muggiò è rimasto solamente il direttore, Stefano Manfredi Uberti. “I collaboratori dell’impianto si sono ridotti progressivamente, passando da 31 a zero – dice – Ho appena dovuto lasciare a casa l’ultimo manutentore. Solo io quotidianamente verifico lo stato dell’impianto. La riparazione della perdita doveva essere conclusa da tempo ma ormai sono parecchi giorni che, a quanto sappiamo, manca un pezzo, un collettore che sarebbe stato ordinato a una ditta nel Lazio. Quello è il primo passo per completare l’intervento nella vasca senza il quale non si può nemmeno immaginare di riaprire”.
L’incertezza sui lavori blocca anche l’iter per la firma della convenzione tra Comune e Federnuoto, indispensabile per la gestione dell’impianto. In questo contesto si inserisce anche la proposta di Nessi & Majocchi e di Iccrea Banca Impresa per un nuovo impianto, progetto su cui la giunta dovrà dare un giudizio entro 90 giorni. “Bisogna capire se si farà e quando – conclude Uberti – perché questo incide inevitabilmente sulla convenzione”.