Almeno quindici ferite da arma da taglio. E’ quanto emerso dagli accertamenti effettuati dall’anatomopatologo Cristina Cattaneo sui resti di Antonio Deiana, il 36enne scomparso il 20 luglio 2012 da Villa Guardia e il cui cadavere è stato trovato sei anni dopo in un seminterrato a Cinisello Balsamo. Il medico legale ha riferito l’esito dell’esame in Corte d’Assise a Monza, dove è in corso il processo a uno dei presunti responsabili dell’omicidio.
«Sullo scheletro, come ferite da arma da taglio, ho contato almeno 15 fendenti», ha spiegato Cristina Cattaneo, specialista del Labanof, il laboratorio di antropologia e odontologia forense di Milano.
I resti di Deiana erano in un locale nelle disponibilità di Luca Sanfilippo. L’uomo, fermato dalla polizia aveva confessato l’omicidio dicendo di aver ucciso il comasco da solo. Gli agenti avevano invece proseguito l’indagine fino ad arrivare al fermo anche di Nello Placido, monzese 45enne ora a processo davanti alla Corte.
La relazione del medico legale è stata uno dei passaggi cruciali del processo. Cristina Cattaneo, consulente della Procura, ha precisato di aver estratto elementi utili soprattutto dallo scheletro di Antonio Deiana. I colpi, come ha fatto capire l’esperta, sarebbero stati probabilmente più dei 15 accertati. Viste le condizioni dei resti, sepolti da sei anni quando sono stati scoperti, non è stato possibile invece certificare un’eventuale e precedente colluttazione.
Il processo in Corte d’Assise proseguirà la prossima settimana. La sorella della vittima, rappresentata in aula dall’avvocato Maruska Gervasoni, si è costituita parte civile. La sentenza potrebbe arrivare a marzo.