Cinque persone di nazionalità marocchina accusate di spaccio: per quattro di loro si aprono le porte del carcere, per il quinto scatta l’obbligo di firma. E’ il bilancio dell’Operazione “Sottobosco” della Guardia di Finanza della Compagnia di Erba, coordinata dal pm Alessandra Bellù. Per tutti – come detto – l’accusa è di spaccio di sostanze stupefacenti in alcuni comuni delle province di Como, Lecco e Monza Brianza.
L’attività di polizia di giudiziaria è scaturita dal ritrovamento di un cellulare e di alcune dosi di hashish su un’automobile con a bordo due persone che, dopo un inseguimento nel comune di Arosio da parte dei Finanzieri, erano riusciti a far perdere le proprie tracce abbandonando la vettura.
L’esame dei tabulati telefonici del cellulare ha consentito di risalire a chi lo utilizzava e alla sua rete di spaccio portando al suo arresto nel mese di luglio dello scorso anno.
Gli ulteriori accertamenti svolti attraverso intercettazioni telefoniche, pedinamenti, osservazioni e acquisizione di informazioni dagli acquirenti, hanno consentito di identificare e segnalare alla magistratura lariana i cinque marocchini (quattro uomini, tra cui quello già arrestato, e una donna), risultati residenti a Milano, Pavia, Garbagnate Monastero e Rogeno (Lecco).
Complessivamente, per il periodo ottobre 2018 – dicembre 2019, sono stati sequestrati tre veicoli, due cellulari, denaro contante – da quanto è emerso – frutto dello spaccio e ricostruite 3.165 cessioni di cocaina per un totale di 1.200 grammi del valore di 110.000 euro circa.
L’esecuzione dell’Ordinanza è durata alcuni giorni poiché i cinque si trasferivano spesso da un comune all’altro senza dichiararlo. Inoltre, due di loro, residenti in zona Lorenteggio a Milano e risultati richiedenti asilo per motivi umanitari, all’atto dell’arresto, sono stati trovati in possesso di 17 cellulari, 14 schede telefoniche e 1.000 euro in contanti. Altri due sono stati raggiunti, uno, già detenuto per il precedente arresto, nel carcere di Como e l’altro nel comune di Rogeno per la notifica dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria. L’ultimo dei soggetti risulta, al momento, non reperibile sul territorio nazionale.