I visitatori dei musei cittadini sono in aumento, ma l’offerta culturale non è cresciuta di pari passo. Va potenziata e migliorata. I dati diffusi nelle scorse ore parlano di 112mila ingressi negli spazi comunali nel 2019, la parte del leone l’ha fatta Villa Olmo che, pur vuota, in un anno ha raddoppiato i numeri raggiungendo 76mila visitatori. Immediatamente – anche ai non addetti ai lavori – viene da pensare quanto questo gioiello potrebbe attirare se fosse valorizzato di più.
Un parere certamente competente è quello delle guide turistiche che accompagnano i gruppi alla scoperta di Como e del suo tesoro culturale. Un tesoro che – per stessa ammissione di Palazzo Cernezzi – viene penalizzato da chiusure (è il caso ad esempio del tempio Voltiano) o da accessibilità ridotta per motivi di sicurezza (come avviene al Museo Giovio).
Bisogna fare sistema e risolvere le criticità.
“Villa Olmo ha una storia splendida, si trova sull’asse del chilometro della conoscenza, ed è in una posizione strategica poiché raggiungibile a piedi, in auto e con i mezzi pubblici, ha tante possibilità ma poco sfruttate” dice Marta Miuzzo che è stata a lungo presidente dell’associazione di guide Mondo Turistico ora presieduta da Rita Annunziata.
Nel dibattito si inserisce anche Roberta Caprani, forte di una esperienza di 25 anni nell’ “Associazione guide a accompagnatori turistici” di Como. “Il turismo nel 2019 ha avuto sul Lario un’impennata e non mi stupiscono i numeri annunciati dal Comune con il boom di Villa Olmo – commenta – Se aumenta la domanda turistica il pubblico affolla anche questi luoghi di pregio, altro discorso andrebbe fatto invece sui musei che vanno radicalmente rinnovati”.
L’operatrice, che conferma il super lavoro del 2019 e le tante date già chiuse e prenotate per il 2020, insiste su un punto: “Como dall’anno di Expo in poi è ormai entrata stabilmente come meta dei tour operator in area lombarda, per questo – conclude – va migliorata la fruibilità dei luoghi d’arte che sono il nostro fiore all’occhiello”.