Como
31esima nella classifica italiana della quota di valore aggiunto prodotto dal
sistema culturale e creativo sul totale provinciale. Emerge dal report
dell’ufficio “Studi e statistica” della Camera di Commercio di Como e Lecco, la
cui base di partenza è la nona edizione del rapporto “Io sono cultura.
L’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi” pubblicata nel dicembre
2019 da Unioncamere e Fondazione Symbola. Obiettivo è identificare i numeri
della filiera culturale chiamata “made in Lario” in cui operano cinema, case
editrici, musicisti, musei e ogni attività che comporta alta creatività. Il
peso del “sistema produttivo culturale e creativo” è stato misurato in termini
di valore aggiunto prodotto, occupazione creata e numero di imprese afferenti
al sistema stesso. Come detto, Como occupa la 31esima posizione, con una quota
del 5,2% (810 milioni di euro, in crescita rispetto ai 791 milioni dell’anno
precedente). Si conferma la terza posizione
regionale, dietro a Milano e a Monza e Brianza; c’è però stato un arretramento
rispetto al 27esimo posto del 2017. Nelle graduatorie per incidenza del valore
aggiunto per settori, il territorio lariano occupa posizioni di primo piano
nell’architettura, nel design e nell’editoria e stampa. Poco performanti i
risultati da scrivere al patrimonio artistico, a cinema, radio e televisione e
alle “performing art”. Risultano da sviluppare soprattutto le attività relative
al patrimonio storico ed artistico, a videogiochi e software. Nell’intero
sistema produttivo culturale e creativo, Como occupa circa 15mila addetti, diminuiti
rispetto al 2017 dello 0,4%. Infine, a Como lo studio stima che la spesa
turistica legata alla cultura sia pari al 55,6% del totale provinciale,
collocandola al 12esimo posto della graduatoria nazionale. Tra poco, come ha
promesso Palazzo Cernezzi, usciranno le statistiche relative ai musei civici del
Lario per il 2019, notoriamente carenti di pubblico. Il tema sarà così di nuovo
al centro del dibattito.