Dopo il terremoto valutario causato dalla decisione della Banca centrale di sganciare il cambio con l’euro rimasto fisso a 1,20 per tre anni, un’altra scossa tellurica – questa volta di natura fiscale – sta per abbattersi sul territorio di frontiera.
Fonti parlamentari ticinesi hanno svelato ieri il meccanismo previsto dall’accordo italo-elvetico sulla doppia imposizione. Lo splitting annunciato qualche giorno fa e mai dettagliato ha, adesso, una fisionomia più chiara. E assomiglia – in modo terribile – a una stangata. Destinata ad abbattersi in particolare sui lavoratori frontalieri.
In media, le tasse pagate dai comaschi che ogni giorno varcano la dogana aumenteranno tra il 40 e il 50%.
Un calcolo non preciso, va detto, e che andrà sicuramente aggiustato. Ma che non si discosta molto dalla realtà. L’altro ieri, il negoziatore italiano al tavolo della trattativa, Vieri Ceriani, ha illustrato alla stampa nazionale alcuni termini della nuova intesa. Ceriani non si è soffermato molto sulla questione della doppia imposizione, spiegando che il Ticino avrà comunque un vantaggio economico consistente, almeno 15 milioni di franchi all’anno. Soldi che arriveranno, appunto, da un diverso sistema di applicazione delle imposte alla fonte.
Sul versante elvetico le informazioni fornite alla delegazione del Gran Consiglio ticinese sono state decisamente più dettagliate.
Il Corriere di Como è quindi in grado di svelare il modello di splitting, ovvero come il salario dei frontalieri – in futuro – sarà tassato in parte dal fisco svizzero e in parte dal fisco italiano.
Facciamo un esempio. Un frontaliere senza figli a carico che guadagna 60mila franchi oggi paga alla fonte il 9,5% di tassa sul reddito, ovvero 5.700 franchi. Il suo reddito netto è quindi di 54.300 franchi. Le tasse pagate da questo frontaliere vengono suddivise tra il Cantone e l’Italia. A Bellinzona va il 61,2% del totale (3.488,4 franchi) e all’Italia il 38,8% (2.211,6 franchi, il cosiddetto ristorno). Con il nuovo accordo, cambia completamente il sistema di calcolo. Il Cantone avrà diritto di trattenere il 71% dell’imposta (4.047 franchi), ovvero il 10% in più di adesso. L’Italia, invece, farà pagare direttamente la propria aliquota sul restante 29% del reddito, detratta la franchigia. Nel nostro caso, ai 60mila franchi (equivalenti, oggi, a 60mila euro) ne vanno sottratti 7.500 (appunto, la franchigia). Sul 29% del reddito così formato (17.747 euro) viene applicata l’aliquota italiana. Il risultato è un’imposta di 4.724,1 euro.
Alla fine, il frontaliere che guadagna 60mila franchi finirà per pagare all’incirca 8.770 euro di tasse, ovvero il 53% in più.
Un caso, quello illustrato, che – va detto – non prevede detrazioni familiari o altre agevolazioni le quali potrebbero far scendere l’aliquota di alcuni punti.
e i dipendenti pagano.
salve,
avrei da porre una domanda ma in rete non trovo informazioni chiare su come effettuare il calcolo adesso.
supponendo di avere un lavoro in svizzera con un reddito che, per semplicità di calcolo, è di 100.000 franchi.
ho saputo che ora anche risiedendo nella zona entro i 20km dal confine, sei il nucleo familiare rimane fuori non si possono beneficiare delle agevolazioni dei frontalieri.
quindi in questo caso quanto si pagherebbe di tasse in totale?
grazie a chi mi risponderà
Vale la stessa cosa anche per un calciatore di seconda lega inter reggionale.? non proffesionista a sua volta senza un contratto.