La Tari, ovvero la tassa sui rifiuti, a Como nel 2020 crescerà del 2,5%. Un aumento inevitabile spiegano dal Comune dato dalla somma di due fattori da una parte l’adeguamento Istat (+1,7%) e dall’altra il maggior costo per il conferimento dei rifiuti ingombranti (+0,8%). Queste al momento le uniche certezze. Parallelamente l’amministrazione si sta muovendo per il nuovo bando, a dicembre 2020 scadrà, infatti, quello attualmente in corso.
Una prima bozza di proposta elaborata dall’assessore all’Ambiente, Marco Galli e dagli uffici competenti di Palazzo Cernezzi, approderà in giunta dopodomani. Difficile sapere oggi quali saranno le novità da introdurre e se saranno previsti ulteriori aumenti. “Stiamo lavorando in stretta collaborazione con sindaco, il documento è in fase di elaborazione e va valutato in ogni aspetto con una logica ferrea – ha detto Galli – sicuramente l’argomento è delicato e non vogliamo incidere sui cittadini”.
Ma un’ulteriore crescita sembra inevitabile. Un’analisi l’ha fatta l’ex assessore all’Ambiente, Bruno Magatti, colui che ha introdotto la raccolta differenziata a Como che spiega come dal 2015 ad oggi i costi del servizio siano cresciuti di quasi 400mila euro, arrivando a sfiorare nel 2019 i 13milioni e mezzo di euro.
“Questa città ospita un numero sterminato di persone – afferma Magatti – l’ipotesi è che il segno più sia derivato anche dalla presenza turistica”.
La produzione pro-capite dei cittadini residenti è probabilmente rimasta identica, ma è sicuramente cresciuta quella derivante dalla presenza di vacanzieri.
Nel nuovo bando dovrebbe essere inserita anche la mozione approvata tempo fa del consigliere del Movimento 5 Stelle, Fabio Aleotti, sulla “tariffa puntuale” che introdurrebbe un sistema di pesatura dei rifiuti che garantirebbe una partizione più equa per i cittadini. Oggi – è noto – il sistema di calcolo della Tari è in base ai metri quadrati dell’abitazione e al numero di componenti della famiglia.