Testimoni in aula in Tribunale a Como per ricostruire l’omicidio di Franco Mancuso, ucciso in un bar di Bulgorello di Cadorago l’8 agosto 2008. In Corte d’Assiste, nell’udienza di oggi sono stati sentiti altri testimoni che erano presenti al momento del delitto. Tra questi, anche un amico del presunto killer, che ha però difeso l’imputato. “Ho visto bene l’uomo che ha sparato – ha detto il testimone – Per me non era Luciano Rullo, che conosco da almeno 15 anni. Per il modo di muoversi e camminare lo avrei riconosciuto anche con il casco in testa”.
Luciano Rullo, 51enne di Como, è sul banco degli imputati con Bartolomeo Iaconis, nato a Giffone, Reggio Calabria, 60 anni fa. Per l’accusa sono l’esecutore materiale e il mandante del delitto. Mancuso è stato ucciso davanti a numerosi testimoni, comprese persone che erano con la vittima ai tavolini del bar e che hanno visto il killer – con il volto coperto da un casco integrale – entrare nel locale e sparare a distanza ravvicinata a Franco Mancuso, uccidendolo.
L’accusa è rappresentata dal magistrato della Direzione distrettuale antimafia Cecilia Vassena. Nella precedente udienza, il magistrato ha incalzato in più occasioni i testimoni per i racconti lacunosi, pieni di “non so” e “non ricordo”. Oggi, tra le testimonianze più precise quella dell’uomo pronto a togliere dalla scena del delitto Luciano Rullo.
“Ho sentito il rombo di una moto. Poi è arrivato un uomo coperto con una giacca, con il casco integrale e gli occhiali da sole ha detto – Ha messo la mano nella giacca, l’ha puntata al petto di Mancuso e ha esploso almeno tre colpi. Franco ha cercato di scappare, si è aggrappato al bancone del bar ed è caduto a terra”. Per quanto riguarda il possibile movente del delitto, il testimone ha dichiarato: “Cosa pensammo? Che potesse aver pestato i piedi a qualcuno, oppure che avesse alzato la voce con la persona sbagliata”.
Per l’accusa, Mancuso avrebbe pagato con la vita proprio uno sgarbo a Bartolomeo Iaconis. Il processo proseguirà tra una settimana.