Non chiede scusa e va al contrattacco. Il gruppo comasco di Friday’s for Future torna a parlare di quanto accaduto venerdì scorso, quando la viabilità in città è andata letteralmente in tilt. Il corteo in occasione del 4° sciopero mondiale per il clima – organizzato con partenza alle 17.15 in piazzale Montesanto – ha di fatto bloccato il capoluogo. “La situazione del traffico a Como non dipende dalle nostre manifestazioni, ma da decenni di politiche sulla mobilità non lungimiranti” scrivono. Una manifestazione con un’adesione peraltro limitata rispetto alle precedenti.
Da parte degli organizzatori – come detto – nessuna scusa ufficiale soltanto pesanti critiche al Comune di Como messe nero su bianco in un comunicato stampa inviato questa mattina alle redazioni. Nella nota si parla di trasporto pubblico “sufficiente solo a servire un ridotto bacino d’utenza in un raggio territoriale minimo” e poi ancora di “piste ciclabili pressoché inesistenti” e di “assenza di scelte politiche coraggiose che consentano il potenziamento delle linee ferroviarie”.
Quindi, proseguendo nel testo, si arriva a un passaggio ancor più forte rivolto all’attuale amministrazione giudicata “tra le più miopi ed incapaci di preoccuparsi del benessere dei cittadini” – si legge – poi si passa agli esempi concreti dal parcheggio in Ticosa “che porterà – dicono – un maggior numero di auto in centro”, al progetto della ciclopedonale a rischio fino al duro attacco agli eventi natalizi con “un mese di bancarelle e luminarie – scrive il gruppo comasco – con il risultato di paralizzare ulteriormente il traffico cittadino”.
Infine tornando ai disagi di venerdì scorso chiariscono: “Per noi il fatto di aver contribuito a bloccare il traffico è paradossalmente positivo, anzi era ed è uno dei nostri obiettivi: così facendo è emerso il problema della mobilità a Como. La nostra rivendicazione per quanto accaduto è una denuncia alla mancanza di organizzazione della città stessa, oltre che dell’amministrazione, che ha pensato a un piano di mobilità “alternativa” per 40 giorni di eventi, ma che per il resto dell’anno – conclude il gruppo comasco di Friday’s for Future – nasconde il problema sotto al tappeto”.