Una città blindata per una partita di calcio di serie C. Non un match qualsiasi, ovvio, ma un derby (Como-Lecco) considerato a rischio, con due tifoserie storicamente rivali.
L’enorme spiegamento di forze dell’ordine e la “blindatura” della città hanno scongiurato eventuali disordini tra ultras. E questo, sicuramente, è un lato positivo. D’altro canto, però, per tutto il pomeriggio la zona stadio di Como è rimasta off limits e il traffico è andato in tilt.
Un assetto militare che ha creato disagi e comprensibili lamentele. Il consigliere della lista Rapinese Paolo Martinelli, ad esempio, è intervenuto sul tema: “Ovviamente è giusto che la Questura metta in essere quanto necessario per la sicurezza – spiega Martinelli – Ma forse sarebbe conveniente proporzionare le misure alla reale situazione che si viene a generare. Ieri, sebbene la rivalità con il Lecco sia di vecchia data, sembrava di essere in una città in assetto di guerra”. Diverse in effetti le segnalazioni arrivate anche in redazione per disagi al traffico e per la reale impossibilità negli spostamenti. Ma ciò che più ha colpito è stato l’isolamento della stazione San Giovanni. “Mai era successo che, addirittura a partire dalle 14.45 ci venisse impedito di raggiungere con i nostri taxi il piazzale della stazione – spiega Marco Taroni, presidente tassisti Cna – Capisco che per motivi di sicurezza e ordine pubblico si limiti l’afflusso di mezzi in concomitanza con l’arrivo dei tifosi e poi con la loro ripartenza ma bloccare per ore uno dei punti nevralgici di Como con viaggiatori in arrivo e partenza non ha senso.”