“E’ necessario procedere con le analisi progettuali, potrebbe essere una soluzione praticabile”. Parole dell’assessore ai Lavori Pubblici del comune di Como, Vincenzo Bella, all’indomani del voto in consiglio. La possibilità di tornare a parcheggiare in Ticosa torna sotto i riflettori. Ieri sera è passata, infatti, la mozione forzista modificata dall’emendamento presentato dal Movimento 5 Stelle, che porterebbe a 150-170 il totale dei posti auto a disposizione dei cittadini. Un centinaio in più rispetto a quelli già annunciati dalla giunta e che sorgeranno attorno alla Santarella.
Le strisce blu aggiuntive potrebbero essere tracciate lungo l’asse viale Roosevelt, via Grandi.
“Bisogna verificare tutte le condizioni, in primis che la proposta non sia in contrasto con il futuro utilizzo dell’area – spiega l’assessore – e poi che sia sostenibile dal punto di vista economico e che lasci lo spazio necessario all’ultima parte di bonifica (la ben nota cella 3)”.
Quindi i tempi: “L’indicazione è di mettere a frutto il prima possibile quell’area – aggiunge Bella – dobbiamo capire quale parte della progettazione resterà a carico degli uffici e cosa dovremo affidare all’esterno. Parliamo comunque di realizzazioni che andranno al 2020, presumibilmente alla seconda metà dell’anno” conclude.
Gli uffici – è noto – stanno già lavorando alla progettazione dei primi 70 stalli già annunciati, si tratta ora di verificare – come detto – tutte le condizioni per soddisfare anche la nuova possibilità.
Sul fronte politico ieri sera sono stati 13 i voti favorevoli, tra questi anche quelli del Pd il cui gruppo comunale vuole fare chiarezza. “Il nostro voto è stato positivo perché è importante che si inizi a restituire l’area ex Ticosa all’uso pubblico, anche se la bonifica della cella 3 richiederà anni ed è chiaro che il futuro di quello spazio non dovrà essere solo la sosta delle auto”, dicono i dem Gabriele Guarisco, Patrizia Lissi e Stefano Fanetti. Ma i consiglieri parlano anche di maggioranza spaccata sia per il voto di ieri sia per il piano futuro che interessa il riassetto dell’area e che prevede lo spostamento degli uffici comunali sulla superficie un tempo occupata dalla tintostamperia.