La scissione interna al Partito Democratico con l’uscita di Matteo Renzi ha avuto ripercussioni anche nel Pd comasco, i vertici locali hanno deciso di non seguire l’ex premier e vogliono ripartire dal territorio e da nuove forme di partecipazione alla vita politica. Il percorso è stato tracciato: si inizia da una serie di incontri. Ieri sera, il primo, l’assemblea provinciale aperta dei Dem.
“Renzi ha fatto il miracolo di riportare la gente a discutere – ha detto Angelo Orsenigo, consigliere regionale del Pd – non c’è stata una chiara divergenza di vedute ma più una divisione per motivi personalistici. Terremo aperto il confronto anche perché siamo al governo insieme – aggiunge – di fatto allarghiamo il fronte del centrosinistra”.
La serata di ieri è stata aperta dal segretario provinciale, Federico Broggi, che nella sua introduzione ha chiarito che Renzi non è un avversario “Il nostro avversario è la destra” e poi ha sottolineato “le incomprensioni non sono mai colpa di uno solo”.
Si sono susseguiti poi gli interventi di Chiara Braga, Luca Gaffuri e Gianstefano Buzzi. Infine la riflessione di Filippo Di Gregorio, consigliere comunale di Cantù e candidato renziano alla segreteria sconfitto da Broggi. Di Gregorio rimasto nel partito, sull’uscita dell’ennesimo dirigente dice: “Avviene perché c’è una cultura politica che ancora esalta l’autorità dei dirigenti rispetto alla partecipazione degli iscritti”.