Assistenza ai migranti, sul Lario il bando è andato deserto. «La realtà è sempre più dura da digerire della propaganda». L’ex assessore ai Servizi sociali di Como, Bruno Magatti, commenta in tono duro quanto sta accadendo nel capoluogo e nella provincia lariana a proposito dell’assistenza degli stranieri.
Nelle scorse settimane la Prefettura ha rinnovato molti contratti di gestione dei Centri di Assistenza (Cas) stabilendo per le cooperative e le associazioni un “assegno” giornaliero di 27 euro per ciascun migrante. Meno dei 35 euro di qualche anno fa, ma molto più dei 18 fissati dalle nuove regole volute dal ministro dell’Interno Matteo Salvini. La decisione della Prefettura è stata, di fatto, obbligata, dato che nessuno ha partecipato all’ultimo bando pubblico. «Salvini ha urlato più volte che era “finita la mangiatoia” – dice Magatti – ma prendersi cura delle persone, dare loro una prospettiva di vita, accoglierle e fare in modo che possano avere una speranza non è uno scherzo». Nei Cas della provincia lariana vivono oggi almeno un migliaio di migranti in attesa di una risposta sulla loro richiesta d’asilo. «Dimezzare il contributo è stata quindi soltanto una mossa propagandistica, ha impedito di fatto di proseguire nella politica di accoglienza – prosegue Magatti – non si possono abbandonare le persone al loro destino». Il direttore della Caritas diocesana di Como, Roberto Bernasconi, conferma come nessuno abbia partecipato all’ultimo bando per la gestione dei Cas e come la Prefettura abbia quindi scelto un regime di proroga fissando a 27 euro la cifra giornaliera destinata a ciascun migrante. «Parliamo di centinaia di persone che nella nostra provincia attendono di conoscere il loro destino – dice Bernasconi – e nel frattempo hanno bisogno di assistenza, di istruzione, di essere avviate dov’è possibile a un lavoro».