Il Viadotto dei Lavatoi è “potenzialmente un’opera pericolosa”. È quanto emerge dalle oltre cento pagine della relazione definitiva, per conto del Tribunale di Como, degli ingegneri Bernardino Chiaia e Fabrizio Mario Vinardi sul “Viadotto dei Lavatoi”. Una consulenza d’ufficio che si è resa necessaria dopo la richiesta di accertamento tecnico preventivo promossa dal Comune di Como. La perizia è stata depositata questa settimana, dopo un lavoro di oltre un anno con più sopralluoghi sul ponte. Quello che emerge, e che verrà ora valutato dal Tribunale, è uno spaccato su quella che avrebbe dovuto essere l’opera viabilistica più importante della città e che invece viene dipinta come una sintesi di inadempienze che coinvolgono tutti, da Palazzo Cernezzi a chi materialmente ha eseguito i lavori.
I periti del Tribunale mettono in luce “la superficialità del controllo da parte del Comune e delle figure tecniche nominate”. I due ingegneri sottolineano che “complessivamente in 14 anni si ha evidenza certa di solo 3 ispezioni, dalle quali sono sempre emersi gravi vizi in grado di compromettere potenzialmente le condizioni statiche”. A parere dei periti del Tribunale di Como l’opera è “potenzialmente molto pericolosa”, con la nota conseguenza “di aver da tempo inibito” il passaggio dei mezzi pesanti. La funzionalità di “gran parte degli appoggi è compromessa” e la “messa in opera di interventi definitivi di adeguamento non solo è assolutamente necessaria, ma è anche doveroso che venga effettuata con la massima urgenza”.
Ma non è finita: i periti individuano anche quello che – pur non essendo tema all’ordine del giorno per la consulenza – viene definito un “grave rischio occulto”. “Si ritiene doveroso segnalare in questa sede – scrivono – un ulteriore aspetto. Si rileva la presenza su alcune travi di segni di colore scuro che potrebbero essere ricondotti a segni di degrado (corrosione) dei cavi per presenza di acqua nella guaina. Tale aspetto deve essere urgentemente e accuratamente indagato”.