Decine di milioni di euro persi. Sono quelli che derivano dai mancati ricavi per la pubblicità nel mondo del calcio e dello sport. Un danno causato dallo stop all’industria del gioco sancito dal Governo nell’articolo 9 del Decreto Dignità dove si vieta, appunto, qualsiasi forma di pubblicità di giochi o scommesse. Per cercare di arrestare questa emorragia che ha pesanti ricadute economiche è stata depositata in parlamento un’interrogazione a firma dell’onorevole Alessio Butti che spiega quanto sta accadendo e chiede interventi. “Dal 14 luglio scorso le società sportive non possono più offrire spazi pubblicitari ad aziende di scommesse sportive. Gli effetti della legge comportano un taglio netto di 35 milioni di euro solo per la serie A di Calcio, e quantomeno di altrettanti milioni se si considerano le altre discipline sportive”. L’onorevole Butti poi passa alle richieste. “Come pensa il Governo di indennizzare il sistema sport e il sistema televisivo da perdite stimate rispettivamente in 70 e 100-150 milioni di euro? Vista la criticità del momento economico del Paese perché non consentire una proroga per un’altra stagione sportiva per consentire ai club di calcio, alle altre leghe e alle società delle altre discipline sportive di poter introitare nuovamente ricavi utili per i progetti sportivi”. E infine, oltre a svariate richieste aggiuntive, l’interrogazione si chiude con un invito. “Per quale motivo – dice Butti – il governo non ha ancora aperto il tavolo per una rivisitazione della regolamentazione, nonostante l’impegno espresso nello stesso articolo 9”.