Quattrocento chilometri. È la distanza che separa Milano da Cortina d’Ampezzo. La capitale economica d’Italia e la perla delle Dolomiti.
Nel 1983 Guido Nicheli, nel primo storico cinepanettone “Vacanze di Natale”, si vantava di percorrere il tragitto in poco meno di tre ore.
La strada tra Milano e Cortina nel 2026 si allungherà verso nord: le Olimpiadi invernali avranno un forte impatto sulla Lombardia settentrionale.
Non sarà solamente Milano a beneficarne. Il vento olimpionico dovrebbe soffiare anche nelle vele della provincia di Como, cerniera di raccordo tra Milano e la parte della Valtellina che ospiterà eventi: le discese di Bormio, il villaggio olimpico di Livigno. L’Altolago, ad esempio, potrà essere una terra di mezzo e di passaggio per i flussi olimpionici.
Ma il 2026 è vicino. E per certi obiettivi, indispensabili, il tempo è già stretto. “Il tema delle infrastrutture è centrale – spiega Giuseppe Rasella, delegato al Turismo della Camera di Commercio – la Variante della Tremezzina, ma anche la Pedemontana o la tangenziale di Tirano. Servirà poi un miglioramento dei collegamenti ferroviari: è impossibile, ad esempio, non precedere una connessione tra Como e Malpensa”.
Andrea Camesasca, vicepresidente degli albergatori lariani, sottolinea il concetto: “Siamo già quasi in ritardo – dice – è inutile ottenere simili successi senza adeguate infrastrutture. Le distanze tra Milano, Cortina e la Valtellina sono risibili rispetto a quelle di altre zone dove sono stati organizzati simili eventi, ma servono le connessioni”.
Ne è convinto anche Raffaele Erba, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, che punta sulle ferrovie. “Nell’ultimo trimestre del 2018 – ricordano i pentastellati – il Consiglio Regionale aveva assicurato interventi di rilievo, in particolare per potenziare la linea Tirano-Sondrio-Lecco-Milano qualora la scelta della sede dei Giochi Olimpici fosse ricaduta su Milano-Cortina”.