Assoluzione con motivazioni che dovranno essere depositate nelle prossime settimane (e che suscitano inevitabilmente curiosità).
Si è chiuso così il braccio di ferro – di fronte al giudice penale – tra la polizia locale di Como e un automobilista 50enne residente in città murata.
Il 26 maggio del 2017, era stato sorpreso con in auto un disco orario motorizzato, ovvero dotato di un congegno alimentato a batteria in grado di aggiornare automaticamente l’orario di sosta. Una sorta di “orologio” il cui meccanismo era stato occultato da una sciarpa appoggiata sul cruscotto.
L’intervento dei vigili era avvenuto in via Indipendenza, dove quell’auto era ferma ormai da tre giorni contro i 45 minuti concessi nella zona a traffico limitato.
Gli agenti della polizia locale si erano appostati e avevano atteso a lungo l’arrivo del 50enne.
L’uomo era stato segnalato in procura ed era stato aperto un fascicolo per truffa, sia per «l’ingiusto profitto procurato» sia per il danno arrecato, secondo l’ipotesi accusatoria, alla pubblica amministrazione. Il giudice di Como l’ha però pensata in modo diverso, assolvendo l’imputato – assistito dall’avvocato Alessandro Borghi – dalle contestazioni.
Le motivazioni, come detto, devono ancora essere depositate e soltanto in quel momento si sapranno esattamente i motivi della sentenza. L’avvocato della difesa aveva chiesto l’assoluzione, sottolineando come in realtà in quella zona potevano parcheggiare solamente i possessori del permesso di ingresso nella Ztl, e che l’imputato quel permesso l’aveva regolarmente ottenuto.
Dunque, l’amministrazione non avrebbe subito alcun danno economico, come pure nessun vantaggio economico si sarebbe procurato il conducente dell’auto. Per la difesa sarebbero «venuti a mancare gli elementi costitutivi della truffa», posizione che a questo punto il giudice monocratico ha condiviso.