<La conferenza dei servizi serve proprio per acquisire pareri, non certo per firmare e basta. Meglio impiegare 15 giorni in più e varare un progetto perfezionato. Siamo intervenuti per migliorare la visibilità del lago>. All’indomani dell’approvazione del progetto del lungolago di Como, parla Alberto Artioli, responsabile della Soprintendenza dei Beni Architettonici e Paesaggistici. Già, perché l’ultimo “ostacolo” – per così dire – al via libera definitivo del progetto arriva dalla soprintendenza. Ieri il sindaco di Como, Mario Lucini, si era detto <sorpreso e amareggiato> delle prescrizioni imposte dalla Soprintendenza; osservazioni che, secondo il primo cittadino, sarebbero potute arrivare nella fase di stesura del progetto, e ora invece costeranno almeno un mese di ritardo. <Siamo sempre stati vicini al Comune in tutta questa vicenda – premette Artioli – con le nostre prescrizioni non siamo intervenuti nel progetto generale, ma abbiamo dato tre indicazioni a nostro parere importati. Abbiamo chiesto di abbassare di un piano un bar, di eliminare una pensilina e di interrare parte di una cabina enel. Sono tutti interventi che, a nostro parere, migliorano la visibilità del lago. Questo è il nostro compito – continua il Soprintendente – e questa è l’utilità di una conferenza dei servizi>.
Artioli precisa di non accettare l’immagine della Soprintendenza che causa un ritardo ai lavori. <La conferenza dei servizi serve per acquisire pareri, non per firmare e basta. Noi non abbiamo certo stravolto il progetto: abbiamo fornito delle indicazioni per migliorare la visuale del lago. Detto questo – conclude Artioli, tendendo una mano a Palazzo Cernezzi – siamo pronti a incontrare i tecnici del Comune già a inizio gennaio>