Quattrocento posti di lavoro in meno. Quasi tutti frontalieri. La riorganizzazione del gruppo Kering in Ticino annunciata da tempo e formalizzata ieri in un incontro con le parti sociali, porterà nel triennio 2020-2022 all’uscita dagli stabilimenti del Cantone di almeno 400 persone, oltre il 90% di questi sono frontalieri provenienti da Como e Varese. Il segretario regionale dell’Ocst, Giovanni Scolari, ha confermato al Corriere di Como le cattive notizie provenienti dal colosso della moda. “Ci è stata data informazione sul processo di riorganizzazione che sarà completato in tre anni – ha detto li sindacalista ticinese – le uscite previste sono stimate in circa 400 unità. Ci metteremo subito a lavoro per garantire a queste persone una ricollocazione” aggiunge. Scolari conferma pure come “oltre il 90% degli esuberi sia composto da frontalieri, molti dei quali comaschi, in particolare quelli attivi negli stabilimenti di Novazzano e Stabio”.
L’azienda con un comunicato ha spiegato il motivo della sua scelta. “Oggi il gruppo conta circa 20 magazzini diversi in tutto il Ticino, la maggior parte dei quali con capacità medio-piccole – si legge nel testo – E’ stato deciso di introdurre un nuovo modello operativo con una sostanziale riorganizzazione e semplificazione dell’attuale struttura logistica con nuovi investimenti negli Stati Uniti, Asia e Italia. La maggior parte delle attività logistiche svizzere – si legge ancora – sarà quindi centralizzata in un unico polo logistico in Italia che sarà dimensionato per la crescita futura”.