A Como, in uno spazio concesso dal Comune nel Parco Negretti e a Cantù, nel capannone di via Milano di proprietà dell’associazione culturale islamica Asslam. I fedeli musulmani comaschi potranno riunirsi in questi due luoghi per celebrare il Ramadan, il mese di digiuno e preghiera degli islamici, che quest’anno inizierà domenica 5 maggio.
La concessione degli spazi per la preghiera è stata accompagnata anche quest’anno dalle polemiche, a Como come a Cantù. Nel capoluogo, la Lega si è detta contraria alla concessione di uno spazio pubblico, concesso invece dalla giunta nonostante il voto contrario del Carroccio. A Cantù, la giunta ha negato agli islamici la possibilità di pregare nel capannone, possibilità concessa invece dal Tar, il tribunale amministrativo della Lombardia, alla quale l’associazione Assalam ha presentato ricorso.
Nel dibattito si è inserita nei giorni scorsi anche una circolare inviata ai prefetti dal ministro dell’Interno Matteo Salvini per chiedere di aumentare il livello di attenzione e i controlli nei luoghi di aggregazione di matrice islamica, moschee e centri culturali in particolare. Il Viminale “raccomanda ai prefetti di riservare una cura particolare alle dimensioni di elezione del proselitismo”.
“Vogliamo alzare la soglia di attenzione rispetto al fondamentalismo e al proselitismo islamico, specie dopo gli attentati di Pasqua in Sri Lanka – ha precisato Nicola Molteni, sottosegretario all’Interno – Questa circolare si inserisce in un percorso preciso”.
Il vicesindaco di Como Alessandra Locatelli indica per il capoluogo tre situazioni da monitorare: l’ex moschea di via Pino, il centro culturale islamico di via Turati e un edificio di via Cumano, struttura adibita ad uso commerciale, acquisita dalla comunità turco-islamica.