La Lega non vuole concedere spazi pubblici alla comunità islamica per il Ramadan, il mese del digiuno per i musulmani, che quest’anno inizierà il prossimo 6 maggio. “Siamo assolutamente contrari alla concessione di spazi comunali a comunità che non rispettano i diritti fondamentali della nostra società e della nostra cultura”, attacca Alessandra Locatelli, vicesindaco di Como e parlamentare del Carroccio.
Nei giorni scorsi, la comunità turco-islamica comasca ha presentato in Comune la domanda di occupazione del suolo pubblico per il Ramadan. “Come ogni anno la Lega si trova a combattere per evitare che una manifestazione organizzata da chi non rispetta la nostra cultura e il nostro Paese si svolga in città”, si legge in una nota ufficiale del partito.
”Sappiamo che in questi luoghi parlano solo in lingua straniera, che per la religione islamica la donna non è uguale all’uomo nei diritti e nel valore, e non possiamo accettare che qualcuno che predica l’odio contro l’Occidente faccia i suoi comodi nella nostra città – dice Alessandra Locatelli – Stiamo parlando di una religione con la quale non è mai stato possibile raggiungere un’intesa con la Repubblica Italiana e quindi non intendiamo dare spazi a chi non vuole adeguarsi ai nostri principi, ai nostri valori e alla nostra cultura”.
Il Comune di Como quest’anno non dovrebbe concedere Piazza d’Armi. La Comunità Islamica ha chiesto di poter utilizzare il Parco Negretti. “I parchi sono spazi per i bambini e per famiglie, per persone che vogliono rilassarsi o giocare all’aria aperta e non per raduni notturni – è la replica dei consiglieri e degli assessori della Lega – La tensostruttura proposta dalla Comunità Islamica ospiterà un grande afflusso di persone che per circa un mese si ritroverà a pregare tutte le sere. Si tratta di un evento particolarmente invasivo e che mal si concilia con l’uso degli spazi pubblici. Prendiamo le distanze e diciamo no all’ipotesi di concedere una concessione che causerebbe disagi ai residenti e ai cittadini della zona, che si vedrebbero sottrarre uno spazio pubblico prezioso per il territorio”.