Da oggi la biblioteca di Como è intitolata al magistrato Paolo Borsellino, protagonista con Giovanni Falcone del pool antimafia che portò al maxiprocesso del 1986 e vittima insieme con la sua scorta della strage di via d’Amelio a Palermo del 19 luglio 1992. Si conclude così l’iter avviato a marzo 2018 con la richiesta del centro Studi Sociali contro le Mafie-Progetto San Francesco, che ha poi preso forma con la delibera dalla giunta comunale a luglio e con il nullaosta della Prefettura a settembre. Stamattina alle 9.30 la cerimonia ufficiale alla presenza della figlia del magistrato, Fiammetta Borsellino. Un’iniziativa che unisce cultura, senso del dovere e legalità in uno spazio pubblico punto di riferimento per molte persone.
“I veri protagonisti di oggi sono i ragazzi – ha detto Fiammetta Borsellino – Mio padre era un appassionato di letteratura e di linguaggi. Da autodidatta imparò il tedesco. Non bisogna guardare alle vittime di mafia come santi – ha aggiunto – sono persone normali che hanno fatto il loro lavoro”. Poi ha continuato: “Il no alla mafia deve essere detto tutti i giorni non solo negli anniversari”. La figlia del magistrato ha infine rinnovato l’appello alle istituzioni affinché si faccia chiarezza sulla strage di via D’Amelio. “Bisogna accettare le responsabilità di quello che è accaduto. La verità è un diritto e oggi gridiamo per avere la nostra verità”.
“E’un giorno importante, Paolo Borsellino è stato un simbolo di dedizione alle estreme conseguenze” ha precisato il sindaco di Como, Mario Landriscina. “E’ la giornata dell’orgoglio comasco, territorio che in questi mesi ha toccato il fenomeno della criminalità organizzata, ma abbiamo gli anticorpi necessari per poter rispondere” ha ricordato Nicola Molteni, sottosegretario al ministero degli Interni. “Si è concluso un percorso virtuoso durato un anno per portare un messaggio di legalità e giustizia” ha aggiunto infine, Benedetto Madonia, direttore del Centro Studi Sociali contro le mafie-Progetto San Francesco, promotore dell’intitolazione.