“Non cerco scuse. Ho esagerato. Ho avuto un periodo difficile, mi sarei dovuta prendere una pausa”. Interrogata oggi in tribunale a Como, davanti al giudice, avrebbe usato più o meno queste parole l’educatrice dell’asilo nido di Cernobbio agli arresti domiciliari dalla scorsa settimana con l’accusa di maltrattamenti sui bimbi dei quali si occupava.
“Ho esagerato – avrebbe detto – Ho avuto due mesi molto difficili, con un grosso problema in famiglia. Avrei dovuto fermarmi, mettermi in aspettativa. Ho sbagliato a non farlo ma i miei bambini mi hanno sempre apprezzata”. La donna, Maria Grazia Viganò, 58 anni, ha risposto alle domande del giudice delle indagini preliminari Laura De Gregorio, che aveva firmato l’ordinanza di custodia cautelare. Assistita dall’avvocato difensore Livia Zanetti, l’insegnante ha parlato per quasi un’ora rispondendo a tutte le domande. Presente anche il sostituto procuratore Daniela Moroni, titolare del fascicolo aperto con l’ipotesi di maltrattamenti aggravati.
L’educatrice non si sarebbe affatto giustificata, ammettendo i propri errori, in particolare facendo riferimento al bimbo rivoltato bruscamente nel lettino, l’episodio che Maria Grazia Viganò avrebbe indicato come il più grave tra quelli che le vengono contestati.
L’insegnante avrebbe anche fatto il punto sui bambini che seguiva, cinque dagli 8 ai 14 mesi. E avrebbe poi raccontato al giudice che in quei giorni, un periodo di tempo durato due mesi, aveva dei grossi problemi famigliari che l’avevano fortemente stressata e per i quali avrebbe dovuto fermarsi e chiedere l’aspettativa, cosa che invece non ha fatto. “Anche quello è stato un errore che ho commesso”, avrebbe detto.
L’educatrice avrebbe poi mostrato e consegnato alcuni album di ringraziamento dei genitori dei bambini che curava, l’ultimo del 2018, per dimostrare che il suo passato di maestra è senza macchia. L’insegnante rimane agli arresti domiciliari. “Non ho presentato alcuna istanza al giudice – ha poi commentato l’avvocato Zanetti – Aspettiamo prima che la Procura faccia le indagini ascoltando le persone che ritiene opportune. Poi però chiederemo la revoca della misura”.