Una decisione della Corte di Cassazione scompagina almeno in parte le carte relative all’inchiesta sull’omicidio di Alfio Vittorio Molteni, l’architetto ucciso a Carugo il 14 ottobre 2015. La possibile svolta non riguarda le responsabilità delle persone coinvolte, ma potrebbe incidere sulla quantificazione delle pene già inflitte agli imputati, a partire dai presunti mandanti, Daniela Rho e Alberto Brivio, appena condannati anche in secondo grado a 20 anni e all’ergastolo.
Per Luigi Rugolo, accusato dalla procura di Como di essere l’anello di congiunzione tra mandanti ed esecutori materiali, condannato a 19 anni nei primi due gradi di giudizio è già arrivata l’ora del terzo grado. Ed ecco la svolta. I giudici romani hanno deciso di dichiarare irrevocabile la sentenza su tutti i capi di imputazione, ad eccezione di quello che riguarda l’omicidio, per il quale la Suprema Corte ha annullato la sentenza, rimandando le carte a Milano limitatamente all’eventuale valutazione di una circostanza attenuante prevista dal codice penale. L’esito della condotta criminosa, in sintesi, sarebbe stato diverso – più grave – di quanto voluto dall’autore.
La Cassazione, al riguardo, invita alla «rideterminazione della pena» inviando il fascicolo «ad altra sezione della Corte d’Assise d’Appello di Milano». Stessa cosa è stata decisa anche per Michele Crisopulli, uno dei presunti esecutori materiali del delitto.
L’eventuale sconto di pena per Rugolo potrebbe aprire vie analoghe anche per le difese di Daniela Rho e Alberto Brivio, anche se si tratta al momento solo di una eventualità.
La Cassazione ha annullato la sentenza d’Appello anche in merito al vizio parziale di mente che aveva permesso a Crisopulli di godere, in secondo grado, di uno sconto da 18 anni e 8 mesi a 14 anni e 8 mesi. Anche su questo punto dunque la pena dovrà essere rideterminata.