«Nulla osta ad avere la documentazione richiesta» ma «la procedura corretta prevede un accesso agli atti da depositare all’ufficio Protocollo». Sono le poche parole del responsabile del settore Turismo del Comune di Como, Maurizio Ghioldi, alla richiesta del Corriere di Como di avere copia del bilancio integrativo della Città dei Balocchi inviato dagli organizzatori della manifestazione a Palazzo Cernezzi il 20 marzo scorso.
Burocrazia e trasparenza non sono mai andate d’accordo e Palazzo Cernezzi ha scelto evidentemente la prima strada.
Sono ormai trascorsi tre mesi dalla fine della kermesse natalizia e l’opinione pubblica di Como attende ancora di conoscere nel dettaglio i conti finali della manifestazione.
Quel dettaglio imposto dal contratto e da un voto del consiglio comunale (che chiedeva addirittura il deposito delle fatture) e sin qui rimasto in sospeso. Dopo aver consegnato un primo bilancio, giudicato non esaustivo, gli organizzatori sono stati richiamati dal Comune e costretti a presentare un secondo documento. Di cui però non è dato sapere nulla. Per leggere questi fogli serve infatti un formale accesso agli atti.
Lunedì sera, intanto, in consiglio comunale, Alessandro Rapinese ancora una volta ha ricordato il «voto del consiglio comunale che impone al vincitore del bando di rendicontare analiticamente, fattura per fattura», il bilancio dell’evento. Rivolgendosi in modo esplicito all’assessore Marco Butti, Rapinese ha parlato di «qualcuno che continua ad andare avanti con le dita nelle orecchie e sta dicendo al consiglio comunale “me ne frego”. Sarebbe invece molto interessante vedere quei report e quelle fatture una per una», ha concluso il consigliere.