A Como si discute della Ticosa, ma non è l’unica area dismessa della città. In totale sono 43 le zone che attendono di essere reinserite nel tessuto cittadino, di cui soltanto in tre la riqualificazione è stata portata a termine, in 15 c’è un’iniziativa in corso, cinque riguardano altri ambiti ( Gallio, l’ex Stecav, San Martino, ambito di via Napoleona e l’ex Sant’anna), ma sono venti quelle orfane di un progetto e al momento senza un futuro. Su alcune zone, abbandonate da anni, qualcosa finalmente inizia a muoversi. Tra i piani di recupero sui quali attualmente c’è un’iniziativa in corso e di cui si sta discutendo in Comune a Como, oltre il rilancio del quartiere di Ponte Chiasso con i due piani preliminari per ridare vita alle aree ex Lechler e Albarelli, anche la riqualificazione della zona dell’ex Mesa e l’area dell’ex scalo merci della stazione di Como San Giovanni. Nessun piano urbanistico per l’ex Binda a Breccia, il vicino ambito di via Rimembranza e infine l’ex Danzas, un’area strategica a due passi dalla città murata. Stallo anche nella zona dell’ex distretto militare: edifici di cemento, quel che resta di antiche fabbriche: tra le vie de Cristoforis e Castellini un tempo sorgeva l’ex Tintoria Lombarda, dopo la demolizione dell’edificio lo spazio ad oggi attende di essere riqualificato. A pochi metri di distanza un’altra struttura, quella della Stamperia Napoleona, oggi dismessa e anch’essa in attesa di un futuro.
Spero sia considerato anche lo stabile di via Carso 32, di proprietà dell’Università dell’Insubria che lo dichiara in disuso che è in uno stato di progressivo degrado, perde letteralmente i pezzi.