Crisi di Palazzo Cernezzi: se la maggioranza è impegnata a rimettere insieme i pezzi, all’interno dell’opposizione non mancano discussioni a dir poco accese.
Il consigliere Alessandro Rapinese attacca il collega di Svolta Civica Vittorio Nessi per il “caso firme”.
Nessi ha infatti firmato una mozione per conto dei colleghi Maurizio Traglio e Barbara Minghetti e l’anomalia è stata sollevata in aula da Rapinese. “Ho chiesto a Nessi di dimettersi da presidente della Commissione per la Sicurezza urbana – spiega Rapinese – Per quanto si sia scusato, Nessi non avrebbe mai fatto menzione del fatto se noi non avessimo sollevato il caso – e aggiunge – Mettiamo a capo di una Commissione Sicurezza, una persona che firma per conto di altri? Nessi, da ex magistrato, dovrebbe saperlo – conclude – Se entro una settimana Nessi non si è dimesso chiederò al consiglio di prendere una decisione”. “E’ un tema puramente formale che ho già ampiamento chiarito davanti al Consiglio – si difende Nessi – Il fatto che Rapinese lo ripeta mi fa pensare ad una sua sofferenza interiore, mi spiace costatarlo dal punto di vista umano”.
Ma non è, il “caso firme”, l’unica ragione di scontro tra Nessi e Rapinese. Nel corso della discussione della mozione di sfiducia nei confronti dell’assessore Negretti, Nessi in aula ha pesantemente criticato Rapinese. Che, sul punto, dice: “Non ho mai offeso l’assessore – spiega Rapinese – Ho chiesto io di istituire la commissione d’inchiesta perché è stata lesa la mia reputazione e la mia dignità. Quello di Nessi è stato un attacco personale”. “Abbiamo degli elementi per ritenere che in qualche occasione il consigliere Rapinese ha fatto allusioni alla vita privata dell’assessore”, ribatte Nessi. Ieri intanto il presidente del Consiglio comunale, Anna Veronelli, ha dato il via libera alla nascita della commissione consiliare d’inchiesta, per fare chiarezza sulla vicenda.