La Procura di Como contesta la scarcerazione dell’avvocato Alberto Pascali. «Abbiamo intenzione di impugnare la decisione di scarcerazione, la Procura lo ha già deciso e lo faremo nei termini previsti, entro dieci giorni. Stiamo facendo le necessarie valutazioni», conferma il procuratore Nicola Piacente. L’impugnazione verrà poi discussa in Cassazione.
La scarcerazione che sarà contestata è quella decisa dal giudice delle indagini preliminari di Como, Maria Luisa Lo Gatto. Un atto che ha assestato un colpo alla recentissima norma definita “Spazzacorrotti”. In estrema sintesi il magistrato, accogliendo l’istanza dell’avvocato Paolo Camporini e del professor Vittorio Manes, ha dichiarato che la legge, entrata in vigore il 31 gennaio 2019, non è retroattiva.
A trarne beneficio l’avvocato Alberto Pascali, condannato a 4 anni per peculato, entrato in carcere giovedì per scontare la sua pena e uscito già venerdì, dopo un solo giorno, con – si legge nel decreto di sospensione dell’esecuzione della pena – una pena residua di 3 anni, 11 mesi e 29 giorni.
La Legge “Spazzacorrotti” – da poco in vigore – stabilisce che chi è condannato per reati come corruzione, concussione e peculato non possa ottenere una sospensione dell’esecuzione della pena per chiedere pene alternative al carcere. Il giudice tuttavia ha ritenuto che questa legge non possa essere retroattiva.
«È una decisione, la prima nel nostro Paese, di enorme civiltà giuridica – commenta l’avvocato Camporini – aderente al dettame costituzionale e sovranazionale, essendo in gioco la libertà personale del condannato, che non può essere sacrificata dai “capricci” del legislatore, che cambia le regole in corso di processo».