L’accusa ha chiesto una condanna a cinque anni e quattro mesi di carcere per il 52enne di Fenegrò sul banco degli imputati per terrorismo internazionale perché avrebbe convinto il figlio 23enne ad andare a combattere in Siria come foreign fighter. L’uomo, egiziano, già combattente in Bosnia e residente con la famiglia nel Comasco avrebbe organizzato e finanziato il viaggio del figlio, mantenendolo poi con l’invio di circa 200 euro al mese.
Il 52enne, in carcere a Nuoro, ha scelto il rito abbreviato e il processo è in corso in tribunale a Milano. Il 52enne partecipa alle udienze in videoconferenza. Il figlio dell’egiziano, a sua volta destinatario dell’ordinanza di custodia cautelare, non è stato mai arrestato proprio perché si sospetta sia in Siria.
Nell’udienza di oggi, l’avvocato difensore del 52enne, Giusy Regina, ha detto tra le altre cose che l’egiziano non è un terrorista, ma che avrebbe preferito mandare il figlio in Siria piuttosto che farlo restare in Italia e vederlo coinvolto in attività di spaccio.