A quasi cinque anni dal via libera, in Italia, alla fecondazione eterologa, con il ricorso cioè a un donatore esterno alla coppia, le strutture pubbliche che in Lombardia si occupano di procreazione assistita sono in gran parte ancora impreparate a far fronte alle richieste degli aspiranti genitori ed è boom di prestazioni nelle strutture private, naturalmente a pagamento.
La clinica Le Betulle di Appiano Gentile, in base a un rapporto pubblicato nelle scorse ore, è al terzo posto in assoluto in Italia per procedure di fecondazione assistita con donazione di gameti maschili o femminili. I dati sono stati raccolti ed elaborati dal portale “doveecomemicuro” e fanno riferimento all’anno 2016. Sui primi tre gradini del podio per numero di prestazioni erogate compaiono strutture private, non convenzionate con il sistema sanitario nazionale. Ai primi due posti compaiono la clinica Eugin di Modena, con 710 procedure e la Chianciano Salute, in provincia di Siena con 310. Segue la clinica di Appiano Gentile, che nel periodo esaminato ha effettuato 308 interventi di procreazione medicalmente assistita per coppie che hanno fatto ricorso ad un donatore esterno.
Il trend, stando alle prime informazioni, sarebbe in forte aumento. Tra le procedure effettuate, circa 7 su 10 sono legate al ricorso a una donatrice esterna. Un dato che evidenzia ancora una volta la difficoltà legata all’incapacità del sistema pubblico di dare una risposta ai pazienti che chiedono in particolare questo tipo di procedura.
Per la procreazione medicalmente assistita, in provincia di Como il centro di riferimento nell’ambito del servizio sanitario nazionale è l’ambulatorio dell’Asst Lariana, che ha sede al Sant’Antonio Abate di Cantù e ha ricevuto il riconoscimento europeo. Ogni anno assiste circa 500 coppie, un numero in aumento. Garantisce tutte le attività diagnostiche di primo e secondo livello ed è anche centro attrezzato per la crioconservazione dei gameti e degli embrioni. I pazienti pagano esclusivamente il ticket.
Sulla carta, potrebbero rivolgersi al centro anche le coppie che hanno bisogno di un donatore esterno per realizzare il sogno di un figlio. In pratica, la strada è ancora sbarrata.