La campagna elettorale scalda gli animi anche oltreconfine.
La Lega dei Ticinesi, durante la presentazione dei candidati alle cantonali del prossimo aprile, ha rilanciato l’idea di bloccare i ristorni fiscali dei frontalieri.
Il presidente del governo di Bellinzona, Claudio Zali, ha ipotizzato addirittura un’azione di forza con la disdetta unilaterale dell’accordo fiscale da parte del Ticino. Manovra peraltro impossibile dal punto di vista costituzionale, dato che in Svizzera la materia internazionale è di esclusiva competenza federale.
Le parole di Zali hanno comunque provocato reazioni – tutte negative – anche nelle province italiane di confine.
«L’accordo fiscale non si tocca, nonostante le dichiarazioni della Lega dei Ticinesi che appaiono assolutamente strumentali – ha detto il presidente del consiglio regionale lombardo, Alessandro Fermi – L’intesa sancita oltre 40 anni fa è tuttora valida. Il nostro impegno sarà rivolto alla tutela dei cittadini e dei Comuni italiani, mantenendo in vigore le condizioni dell’intesa»
Angelo Orsenigo, consigliere regionale del Pd e segretario della commissione speciale rapporti tra Lombardia e Confederazione elvetica, ha chiesto la convocazione urgente della stessa commissione. «Le minacce del Ticino verso i nostri Comuni vanno prese molto sul serio, anche se stiamo parlando di temi, per loro, da campagna elettorale», ha detto l’esponente dem.