Casinò di Campione d’Italia: polemica a distanza sulle sorti dei lavoratori del casa da gioco fallita tra Giovanni Currò, deputato del Movimento 5 Stelle, e il sindacato.
In particolare, a sferrare l’attacco è Giovanni Fagone, della SLC Cgil Lombardia.
“Le dichiarazioni dell’Onorevole Currò apparse sul Corriere di Como il 28 dicembre 2018 lasciano basiti per la portata del messaggio: rendono chiara quale sia stata la strategia della politica dopo la chiusura per fallimento del Casinò di Campione: il licenziamento dei 482 dipendenti della Casa la Gioco così da avere mano libera nei rapporti contrattuali”.
Il deputato pentastellato, riferendosi ai rapporti di lavoro dei dipendenti, ha detto che “andranno rivisti e modificati in base alla nuova, futura realtà”
“I lavoratori non responsabili del fallimento meritano molto più rispetto da parte di chi si erge a paladino della dignità del lavoro, della difesa dei diritti acquisiti e della volontà di garantire le condizioni normative pre jobs act – attacca Fagone – Apprendere che l’unica strada per ripartire a detta dell’esponente parlamentare sia quella di licenziare è inaccettabile e le sue parole risultano di una gravità inaudita. Se si fosse accolta la richiesta del sindacato di modificare la norma che impedisce alle aziende non industriali di utilizzare il Fondo integrazione salariale quando fallite, avremmo cercato di ottenere dalla curatela il ritiro della procedura di mobilità e l’attivazione dell’ammortizzatore sociale. Tale scenario – conclude Fagone – avrebbe portato al congelamento delle posizioni lavorative col fine di favorire il trasferimento del personale alla nuova società che dovrà gestirà la casa da gioco”.