“Il sindaco Mario Lucini non aveva interessi economici in questa vicenda, ha solo cercato di salvare il salvabile. Ha lavorato per il bene della città”.
Maxi processo su presunte irregolarità nel cantiere delle paratie: oggi l’arringa dell’avvocato Andrea Panzeri, che ha preso la parola per difendere l’operato dell’ex primo cittadino della città.
Si è parlato anche dello “spacchettamento” degli incarichi che secondo il pm avrebbe aggirato la necessità di una gara d’appalto. “Servivano specifiche professionalità, non si parlava di un’opera unica ma di singoli interventi molto specifici. Il problema se l’erano comunque posto, perché sono persone scrupolose e tecnicamente preparate. Facendo la gara sarebbero stati tutti più tranquilli, ma sarebbe andata di mezzo la pubblica amministrazione da un punto di vista economico e di tempi», ha detto l’avvocato. Poi un altro passaggio cardine dell’intervento della difesa: “Non c’era la volontà di violare norme penali, al contrario però queste vicende non fanno altro che bloccare la pubblica amministrazione e creare terrore negli amministratori”. Un accenno anche ad Anac (l’autorità anticorruzione) e la delibera in cui venivano sottolineate le presunte mancanze e la via della rescissione dall’azienda Sacaim. “Lucini in questa storia non si è mai nascosto, ha sempre messo la faccia. È andato anche da Raffaele Cantone 16 marzo 2016. Ma qui nessuno gli disse che doveva per forza rescindere da Sacaim, anzi Anac chiese ulteriori approfondimenti sulla proposta del Comune di Como. Come faceva Lucini a intuire che stava commettendo un reato, come oggi ci dice l’accusa”.
L’avvocato ha quindi chiesto l’assoluzione di Lucini da tutti i capi di imputazione con la formula più ampia, e senza nemmeno invocare richieste in subordine.