Limitare il numero massimo di automobili che ogni ora possono entrare a Como.
E’ la proposta contenuta nella mozione di Vittorio Nessi, consigliere comunale di Svolta Civica: un’idea destinata indubbiamente a far discutere, pensata per mitigare il problema del traffico nelle festività natalizie.
Sabato scorso, nel primo weekend di dicembre, Como è andata letteralmente in tilt, soprattutto in serata, con le vie di accesso e deflusso alla città completamente paralizzate.
Nessi propone di istituire corsie preferenziali temporanee per autobus e navette, poi consiglia – testualmente – di “contingentare l’ingresso in città delle vetture, al fine di evitare la congestione delle auto bloccate nella convalle. Un’analisi del turn over dei parcheggi e della fluidità del traffico in centro consentirà di stabilire il numero di vetture che ogni ora potranno entrare nella città”.
“E’ ipotesi da studiare – replica Stefano Fanetti, capogruppo del Pd – compito che lascerei ai tecnici del settore. Certo è che ogni proposta per limitare l’afflusso di auto alla città va analizzata con la massima attenzione. Ed è altrettanto sicuro che una città paralizzata, come sabato sera, non serve a nessuno: commercianti, cittadini, ambiente. Non è tollerabile che Como vada in tilt, peraltro per condizioni ampiamente prevedibili”.
Più scettico Mario Lavatelli, presidente dell’Associazione Comasca Utenti della Strada. “Limitare il numero di auto in accesso a Como non è una soluzione praticabile – dice – la città infatti è attraversata dal traffico di transito. Pensiamo ad esempio alle due sponde del lago. Bloccare il passaggio da Como significherebbe isolare alcune porzioni della provincia. Non si può fare, le autorità non potrebbero permettere. Piuttosto – conclude Lavatelli – penserei a una forte politica di incentivazione della sosta in periferia, con tariffe temporanee più alte in centro e totalmente gratuite nei posteggi di cintura”.