<Abbiamo vissuto anni di processi, visto decine di periti, ascoltato centinaia di ore di dibattiti. Purtroppo la superficialità è meno faticosa del pensiero consapevole. Ci sono stati tre gradi di giudizio davanti a 26 giudici. Basta con la costruzione di non verità e torbide menzogne. In questo meccanismo perverso ci sono delle persone con una vita o quello che ne rimane e sopravvivere a questo meccanismo non solo è difficile ma profondamente ingiusto>.
Pietro e Beppe Castagna, che nella strage di Erba dell’11 dicembre 2006 hanno perso mamma, sorella e nipotino rompono il silenzio con un lungo sfogo sui social dopo che il massacro di via Diaz è tornato ancora una volta sotto i riflettori per una lettera inviata dal carcere da Olindo Romano, che si professa innocente, e per un’inchiesta della trasmissione Le Iene. Olindo Romano è stato condannato in via definitiva con la moglie Rosa Bazzi per l’omicidio di Raffaella Castagna, del figlioletto Youssef, della mamma Paola Galli e della vicina Valeria Cherubini.
<Consentiteci di essere indignati e increduli nel sentire gente che definisce i colpevoli come innocenti vittime di una giustizia sommaria e faziosa, definiti addirittura come “un gigante buono e una gracile signora” – scrivono ancora i fratelli Castagna – Questo gigante buono e questa gracile signora hanno ucciso brutalmente nostra madre, nostra sorella, nostro nipotino, la signora Valeria, hanno tentato di uccidere il signor Mario>.
<Non lasceremo più impunite queste torbide e vigliacche menzogne>, aggiungono Pietro e Beppe, che tra le centinaia di messaggi di solidarietà raccolgono anche quello della giornalista e blogger Selvaggia Lucarelli. <Il revisionismo giudiziario è legittimo quando si scopre qualcosa di nuovo, inedito, determinante – scrive tra le altre cose in un lungo post – Quando riprende argomenti già ampiamente discussi nei tribunali e smontati uno per uno e senza prove inedite rispetto a quelle che 26 giudici hanno analizzato crea dei danni enormi>.