Villa Olmo come location di eventi privati: Sergio Gaddi, ex assessore che portò le grandi mostre a Como – e nello specifico a Villa Olmo – attacca l’attuale amministrazione.
Amministrazione di centrodestra, che quindi dovrebbe essergli vicina in termini politici. Eppure, sulla gestione della villa, Gaddi non risparmia gli attacchi, indirizzati però anche alla precedente amministrazione.
“Il Comune si è ridotto a essere un gestore di bed&breakfast, considera Villa Olmo come una camera ammobiliata da concedere in affitto – dice Gaddi – Ma non mi stupisco. Se nel progetto di riqualificazione vi fosse stato il restauro degli interni per fare tornare Villa Olmo a sede espositiva, questo problema non si porrebbe neppure. L’amministrazione Lucini fece questo macroscopico errore, peggiore delle paratie. Si è pensato all’orto botanico e a rifare il giardino peggio di prima, invece che agli impianti elettrici e al condizionamento degli interni. Oggi così siamo ridotti ad accettare elemosina per l’affitto della villa. Spero che almeno questi soldi vengano spesi per gli interni”.
Altrettanto decisa la risposta del sindaco di Como, Mario Landriscina. “Dobbiamo gestire le parti nobili della città, ma dobbiamo occuparci anche dei quartieri e delle periferie. Quest’anno grazie a Villa Olmo abbiamo incassato risorse come mai in passato. Senza contare l’effetto mediatico a livello internazionale degli eventi ospitati – dice il sindaco – Con un patrimonio di valore, con manutenzioni costose anche per la grande area esterna, è giusto cercare di intercettare risorse per il mantenimento”
IL CONTRATTO PER LA MAXIFESTA INDIANA
Il parco di Villa Olmo, per ora, è ancora attraversabile: si può camminare esclusivamente nella passerella vicino al lago. I giardini non sono fruibili, è stato mantenuto solamente un passaggio, che verrà però chiuso dalle 17 di sabato sera fino alle 8 di domenica mattina.
È quanto prevede il contratto stipulato tra il Comune di Como e la società che organizza la megafesta di fidanzamento della figlia del magnate indiano del petrolio Mukesh Ambani.
La concessione – a titolo esclusivo per la durata dell’evento, dal 14 al 26 settembre – comprende tutto il complesso: intero piano terra (per lo svolgimento della serata di gala in caso di pioggia), intero primo piano della villa a uso ufficio, parco e retro, casino nord e sud e spazio dell’ex ristorante.
Il corrispettivo è stato fissato a quota 278mila euro, mentre per il ripristino delle aiuole del parterre è stato indicato un forfait di 36.600 euro.
Una clausola del contratto obbliga poi il Comune di Como a blindare l’evento, dal punto di vista mediatico. Testualmente: “Il Comune di Como si obbliga a mantenere la più assoluta riservatezza circa il contenuto, i partecipanti, i risultati e le informazioni relativi all’evento, che dovesse acquisire in ragione dell’attività prestata. Si obbliga fin da ora a restituire tutto il materiale eventualmente in suo possesso alla scadenza del contratto. In particolare, il Comune di Como si dovrà astenere dal divulgare immagini o filmati dell’evento”.
E non è tutto: per qualsiasi comunicazione, il Comune deve consultare gli organizzatori della festa. Così recita il contratto: “Il Comune di Como si obbliga a non effettuare alcun tipo di comunicazione esterna se non preventivamente concordata e condivisa per iscritto”.
Ma perchè Gaddi continua ad attaccare il restauro del parco storico ed il nuovo orto botanico? Pensa forse che il parco non abbia lo stesso valore culturale delle sue mostre all’interno della villa? Non capisce che il parco è altrettanto importante dell’edificio? E poi perchè sistemato peggio di prima? Ma ha presente come erano gli spazi esterni prima dell’intervento? Questa avversione a priori, non argomentata, fatta di slogan e di disprezzo è addirittura imbarazzante e non aiuta certo il dibattito sul futuro della città.