A Como manca una visione complessiva per uscire dal gorgo delle aree dismesse e non recuperate. Un punto dolente, spada di Damocle per qualsiasi amministrazione. La madre di tutti i nodi giovedì arriverà al pettine: in consiglio comunale sarà infatti il “Ticosa-Day”, ovvero il giorno decisivo in cui l’area, risolto l’annoso contenzioso con Multi, tornerà nelle mani della città. «I metri cubi relativi alle aree dismesse in città sono molti – dice Francesco Molteni, presidente dei costruttori dell’Ance di Como – Le aree da riqualificare sono una sfida da cogliere nel segno della qualità. Credo indispensabile individuare per ogni polo una specifica attrattività – prosegue Molteni – Se l’attore primario è il privato, da soddisfare è anzitutto la remuneratività dell’intervento, ma l’ambito della pianificazione urbanistica compete per lo più al Comune, che deve dare obiettivi urbanistici chiari e farsi carico di un’analisi della finalità pubblica connessa alla riqualificazione delle aree». L’Ance sta lavorando con il Comune per portare il prossimo marzo l’offerta delle aree cittadine su cui investire alla ribalta della maggior fiera internazionale dell’investimento immobiliare, la Mipim. «È significativo che dopo dieci anni di carte bollate – sottolinea ancora il presidente dell’Ance – la città torni ad avere il possesso dell’ex Ticosa. Como ha la fortuna di avere più aree di questo tipo, e le più significative sono in mano pubblica. Quindi ci deve essere una chiarezza di obiettivi da parte del pubblico rispetto agli ambiti di riqualificazione. Milano ha puntato molto sulla qualità architettonica delle riqualificazioni, e io insisto su questo punto: se ci deve essere un concorso di idee, non si deve parlare solo di metri cubi e soldi ma valutare anche il tipo di proposta progettuale in campo. Como può puntare in alto, anche ad avere firme di architetti importanti. Serve il coraggio di osare. E poi, è fondamentale che chi investe abbia agevolazioni fiscali. Da tempo Ance auspica su questo una legge quadro nazionale che ancora latita».