Commenti esasperati e indignati. Alcuni dai toni oltremisura, altri più moderati: ma la sintesi è chiara. I comaschi chiedono in rete a gran voce di potersi riappropriare dei giardini a lago della città.
Soprattutto della zona attorno alla vecchia locomotiva, oggi feudo di balordi e spacciatori.
Risse, arresti, microcriminalità: il parco principale di Como è troppo spesso nelle pagine di cronaca.
Molti comaschi lo evitano, specie mamme con i bambini. “Mia figlia è del 2003 – scrive Margherita – e io lì con lei ci sono andata due o tre volte. Poi l’ho sempre portata ai giardini di Cernobbio”.
Ed è emblematico il commento di un altro utente di Facebook: “Sentire una guida ieri che di fronte ad almeno una cinquantina di turisti inglesi suggerisce di fare il giro largo e non passare dai giardini a lago perché posto pericoloso mi rende triste”.
Un’affermazione che fa riflettere. “Una nostra guida non direbbe mai qualcosa di simile – dice Roberta Caprani, dell’associazione Guide Como – il problema esiste ed è innegabile, al tempo stesso però bisogna tutelare l’immagine della città. Una frase simile non crea certo indotto turistico”. Le fa eco un’altra guida turistica lariana, Ettore Peron. “Io stesso ho visto movimenti sospetti e figure poco raccomandabili nei giardini – dice – ma una guida turistica deve cercare di dare un’immagine positiva di una città, senza enfatizzare alcuni problemi. Senza creare allarmi, a meno che vi sia un pericolo imminente. In altre parole – conclude Peron – i panni sporchi vanno lavati in casa”.