Centrosinistra a un passo dalla crisi, giovedì sera, in una pausa del consiglio comunale di Palazzo Cernezzi. Approfittando di una sospensione chiesta dalle opposizioni per verificare – assieme ai funzionari della ragioneria – l’ammissibilità di alcuni emendamenti, il sindaco di Como, Mario Lucini, ha convocato i consiglieri della maggioranza per discutere sul voto dell’assestamento di bilancio.
La prima sorpresa è stata la decisione di lasciare fuori dalla porta Eva Cariboni, esponente di “Amo la mia Città” subentrata da poche settimane al dimissionario Marco Servettini. Dopo le dimissioni di Gisella Introzzi dalla giunta, Cariboni aveva avuto parole non proprio concilianti verso il sindaco e l’esecutivo. Il risultato è stato il suo sostanziale allontanamento dalla stessa maggioranza.
La seconda sorpresa, in verità molto più pesante sul piano politico, è stata invece la dichiarazione di Guido Rovi (Pd) sul monumento di Libeskind.
Rovi ha ribadito il suo dissenso sulla collocazione di The Life Electric e, più in generale, sulle procedure adottate per arrivare alla definizione del progetto. Non solo: parlando anche a nome dei colleghi Luigi Nessi (Paco-Sel) e Raffaele Grieco (Pd) ha annunciato l’intenzione di volersi astenere sull’assestamento e di essere pronto ad appoggiare un’eventuale mozione delle minoranze che chiedesse lo stralcio della variazione di bilancio relativa al monumento dell’archistar statunitense.
La reazione del sindaco, stando a chi ha assistito direttamente alla breve riunione, è stata furibonda.
Lucini ha fatto chiaramente capire che un simile atteggiamento avrebbe portato dritti alla crisi politica. Ha poi chiesto spiegazioni in particolar modo al Partito Democratico, il cui segretario-assessore, Savina Marelli, era però assente.
In un clima di forte tensione la maggioranza è poi tornata in aula consiliare.