Ticino Fashion Valley: il cantone svizzero di lingua italiana teme una fuga delle aziende di moda che negli ultimi anni hanno trovato casa in terra rossocrociata.
Un timore, questo, legato a una revisione dell’imposizione fiscale, che aumenterebbe in modo sostanzioso il prelievo dagli utili dei colossi della moda.
Il settore fashion genera nel cantone un gettito importante: 90 milioni di franchi. Come spiegato dal Corriere del Ticino di ieri, molti gruppi insediati nella “fashion valley” svizzera fanno parte delle circa 1.500 società a statuto speciale in Ticino. Aziende che oggi beneficiano di un’aliquota compresa tra l’8 e il 10%, la metà rispetto a quanto previsto dal Ticino.
Con il Progetto Fiscale 17, una modifica dell’imposizione, verranno abrogate le norme applicabili alle società a statuto speciale cantonale: in altre parole, i gruppi internazionali della moda (e non solo) si troverebbero a pagare più imposte, pur in un quadro normativo più chiaro. Tra le misure di accompagnamento a queste modifiche fiscali, si prospetta anche una riduzione dell’imposizione – a livello nazionale – attorno al 14%.
Senza contromisure, l’aliquota del 20% del Ticino rischierebbe, temono gli svizzeri di lingua italiana, di far scappare le grandi aziende della moda. Aziende che potrebbero delocalizzare o in altri Paesi o, più semplicemente, in altri cantoni della Svizzera, con un’imposizione più vantaggiosa rispetto al Ticino.