Che l’euro fosse in risalita sul franco svizzero, lo si era capito fin da lunedì. I siti di economia e i quotidiani on line elvetici dedicavano grandi titoli al franco debole.
Perciò, i riflettori sono stati puntati tutta la settimana sul cambio tra la moneta unica europea e la valuta svizzera: una costante scalata dell’euro sul franco, che ha portato – venerdì mattina – al raggiungimento della soglia psicologica di un franco e venti per un euro.
Nel corso delle giornate di lunedì e martedì il cambio ha oscillato tra 1,187 e 1,188. Mercoledì il grafico mostra una vera e propria impennata, stabilizzandosi poi attorno a quota 1,19. Poi, una flessione, giovedì, quindi il picco, registrato ieri mattina attorno alle 7.30: un franco e venti per un euro, per poi tornare tra 1,.197 e 1.198 in serata.
È il valore più alto per l’euro (e più basso per il franco) da quando, nel gennaio 2015, la Banca Nazionale Svizzera decise di abbandonare la soglia protetta di uno e venti.
Le oscillazioni della moneta vengono seguite da migliaia di comaschi, che pur non sono banchieri o broker. Questo perché ogni emolumento erogato in franchi svizzeri – ad esempio gli stipendi o le pensioni dei frontalieri – perdono potere d’acquisto in Italia quando la moneta elvetica si indebolisce. In altre parole, l’euro forte erode piccole porzioni del potere d’acquisto dei salari dei frontalieri.
Per gli svizzeri diventa leggermente meno conveniente comprare in Italia, viceversa per gli italiani diventa leggermente più conveniente fare acquisti in franchi.