Le perizie sulle società idriche e la ripresa del progetto di fusione per la nascita di Como Acqua potrebbero far riesplodere le polemiche. Potrebbe accadere già il prossimo giovedì, quando verranno protocollati e diventeranno pubblici i risultati delle perizie sul valore delle 12 realtà territoriali che dovrebbero fondersi.
Una serie di informazioni la cui mancanza, insieme all’opposizione di comuni quali Cantù, Erba e Como, ha fatto saltare alla fine dello scorso anno l’operazione che puntava a far nascere un soggetto unico in grado di gestire il servizio idrico integrato in tutta la provincia di Como.
Dalle prime indiscrezioni sul contenuto delle relazioni, elaborate da due super esperti nominati da Como Acqua sembra che i conti non tornino. Il valore di alcune di queste società sarebbe decisamente superiore a quanto previsto inizialmente. Un’eccedenza che raggiungerebbe addirittura svariati milioni di euro, una somma totale tra i 10 e i 15 milioni. Se così fosse si tratterebbe di un ulteriore elemento decisivo che si andrebbe ad inserire nella già difficile operazione di fusione. Questo perché i comuni che si andrebbero a unire in Como Acqua porterebbero in dote un capitale sociale maggiore nella nuova realtà e dunque vorrebbero ragionevolmente contare di più.
Ritornando dalle indiscrezioni alla realtà certa dei fatti, va invece aggiunto che sempre giovedì verrà convocata la commissione di controllo analogo, il consiglio di amministrazione di Como Acqua e infine ci sarà anche un vertice sempre tra la società Como Acqua e i rappresentanti delle 12 realtà territoriali che oggi garantiscono il servizio idrico in provincia. Un faccia a faccia decisivo tra tutti i soggetti interessati, per esaminare le perizie, indire l’assemblea dei sindaci e far ripartire o arenare l’operazione Como Acqua.
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