La richiesta dell’ergastolo per l’omicidio di Alfio Vittorio Molteni ma anche il possibile avvio di una seconda indagine, con l’accusa di falso e calunnia per le dichiarazioni rilasciate durante il processo.
Il pubblico ministero Pasquale Addesso non ha concesso sconti al commercialista Alberto Brivio, sul banco degli imputati perché avrebbe commissionato, con la moglie della vittima Danilea Rho, la serie di atti intimidatori culminati nell’agguato mortale all’architetto Molteni, ucciso la sera del 14 ottobre 2015 a Carugo, sul cancello di casa.
Quella di ieri è stata una giornata determinante per l’inchiesta sull’omicidio. Il Tribunale ha condannato a vent’anni di carcere la moglie della vittima, Daniela Rho, che ha scelto di essere processata con il rito abbreviato. Il giudice ha accolto in pieno la tesi accusatoria e ha ritenuto la donna il mandante del delitto. Nello stesso procedimento è stata inflitta una pena di 14 anni e 8 mesi a Giuseppe De Martino, che per l’accusa ha partecipato all’agguato mortale.
Ma ieri è stato anche il giorno delle richieste di condanna per Alberto Brivio e uno dei presunti esecutori materiali, Vincenzo Scovazzo, entrambi a processo in Corte d’Assise. Il pubblico ministero ha chiesto l’ergastolo per l’uno e l’altro.
Ma non solo. Il pubblico ministero, sempre nei confronti di Brivio, ha chiesto di trasmettere gli atti in procura per falso e calunnia per alcune dichiarazioni rilasciate durante il processo. <Ha fatto dichiarazioni gravi – ha detto Addesso – contro un avvocato che avrebbe fornito informazioni riservate sulle indagini, contro un militare della finanza, contro altri elementi della famiglia Rho, ma in aula non ha portato una sola prova. Ha cercato ogni strada pur di occultare le proprie responsabilità>. Si prospetta un nuovo capitolo.