Il futuro del Casinò di Campione d’Italia e di fatto del paese passa dal Tribunale di Como. Lunedì mattina è in programma l’udienza per discutere l’istanza di fallimento della casa da gioco presentata dalla procura di Como e firmata dal pubblico ministero Pasquale Addesso e del procuratore capo Nicola Piacente. Nel motivare la richiesta di fallimento, il magistrato aveva fatto riferimento a una situazione economica «drammatica e di grave insolvenza».
L’inchiesta era nata da un esposto presentato il 16 febbraio 2016 da quello che all’epoca era un consigliere di minoranza del Comune, Roberto Salmoiraghi, attualmente sindaco dell’enclave. Nello scritto si faceva riferimento al mancato versamento di somme che il Casinò avrebbe dovuto versare al Municipio e destinate al pareggio del bilancio.
Le indagini della finanza – che ha anche perquisito gli uffici dei due enti – hanno poi messo al centro dell’attenzione tre delibere di giunta dove veniva modificata la convenzione tra Casinò e Comune con «termini gravemente pregiudizievoli per gli interessi del Comune di Campione». Le indagini hanno mostrato, secondo quanto ricostruito, «l’incapacità della società di soddisfare regolarmente i propri debiti non solo non generando utili, ma anche erodendo significativamente il patrimonio netto».
L’esito dell’istanza di fallimento della casa da gioco sarà decisiva per il futuro del Casinò, che nel frattempo ha avviato una procedura di licenziamento per 156 dipendenti, ma anche per lo stesso Comune, a sua volta sull’orlo del dissesto. La decisione con ogni probabilità non arriverà nella giornata di lunedì.