Consiglieri dell’opposizione all’attacco a Cantù dopo la sentenza del Tar che ha riportato il sindaco, Edgardo Arosio, in una posizione di incompatibilità. Il primo cittadino potrebbe decadere già nei prossimi giorni e gli esponenti delle minoranze in Comune stanno raccogliendo le firme per chiedere la convocazione di un consiglio comunale urgente. Per giovedì intanto è stata fissata la riunione dei capigruppo.
Il caso Cantù è riesploso in modo clamoroso venerdì scorso dopo la decisione del Tar che, accogliendo il ricorso del fratello del sindaco Armando Arosio e della sua impresa di pompe funebri, ha di fatto reso nuovamente incompatibile il primo cittadino.
Il sindaco si è detto deciso ad andare avanti e ha escluso l’ipotesi dimissioni, ma non ha ancora chiarito quali passi l’amministrazione intenda compiere. Le opposizioni hanno subito chiesto la convocazione di un consiglio comunale urgente e, in assenza di un intervento in questa direzione, hanno iniziato a raccogliere le firme per avanzare la richiesta. L’assemblea dunque potrebbe essere convocata a breve.
Intanto, è già stata fissata per giovedì invece la riunione dei capigruppo di tutte le forze presenti in consiglio comunale a Cantù. Le minoranze chiedono al sindaco una decisione in tempi brevi, per evitare di trascinare ulteriormente la situazione di incertezza che si è venuta a creare.
Con la sentenza del Tar, che cancella il provvedimento con il quale il Comune di Cantù aveva annullato l’appalto per i servizi funebri assegnato all’impresa di Armando Arosio, il sindaco torna ad essere incompatibile. L’amministrazione potrebbe fare ricorso al Consiglio di Stato, ma al momento il dato di fatto resta la incompatibilità del primo cittadino.
A parte i tempi di cui il sindaco usufruirebbe per proseguire il mandato, chi pagherebbe il ricorso al Consiglio di Stato? I canturini tutti?
Roberto
Pagherebbero le casse comunali, certamente!
Denaro pubblico, che non si sborserebbe, se il candidato, allora, sindaco Arosio non avesse agito in violazione di una legge, legge che stabisce l’incomptibilità della carica di sindaco, in questo caso, con l’assegnazione di appalti comunali a imprese dell’entourage familiare.