Questa mattina i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Cantù hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Milano (su richiesta dei pm Sara Ombra ed Alessandra Dolci) a carico di Giuseppe Morabito, 31enne calabrese, Valerio Torzillo, canturino 23enne e Jacopo Duzioni, comasco 25enne.
Gli indagati sono stati raggiunti dai militari al carcere di Opera dove si trovano dal 26 settembre 2017, giorno dell’operazione “Ignoto 23” contro alcuni gruppi della ‘ndrangheta operanti in Lombardia.
Il provvedimento notificato oggi ai tre, spiegano i carabinieri, riguarda l’ennesimo episodio di inaudita violenza in piazza Garibaldi di Cantù, lo scorso 24 aprile. I tre, in concorso tra loro e con altri soggetti al momento ignoti, sono accusati di aver aggredito un dominicano a calci e pugni. Lo avrebbero gettato a terra e colpito con calci alla testa, rompendogli la mandibola. Al culmine dell’aggressione, avrebbero detto: “Noi siamo calabresi …. da noi in Calabria si fa così!”
Un ramo dell’indagine “Ingoto 23” aveva interessato specificamente la città di Cantù, dove il Nucleo Operativo della Compagnia di Cantù, a partire dall’ottobre del 2015, aveva avviato un’indagine finalizzata a far luce su una serie di episodi violenti. Episodi iniziati dopo un raid in una discoteca di Cantù, organizzato da un gruppo di personaggi originari di Africo (Reggio Calabria) legati da stretti vincoli di parentela al capostipite della potente famiglia dei Morabito.
Al raid seguì il ferimento, a colpi di arma da fuoco, del nipote del boss Salvatore Muscatello, capo della locale di ‘ndrangheta di Mariano Comense. Successivamente a questi due episodi, a Cantù prese piede il gruppo collegato ai Morabito, che iniziò a spadroneggiare in tutti i locali della piazza Garibaldi. I Carabinieri, per quanto riguarda i fatti contestati con il provvedimento odierno, hanno accertato che l’aggressione al giovane domenicano è solo il più grave di una serie di atti di violenza, sino ad oggi non denunciati, organizzati per allontanare i sudamericani dalla piazza canturina.